Baoulé people, Gold weight, Ivory Coast
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Baoulé people, Gold weight, Ivory Coast
Baoulé people, Gold weight, Ivory Coast
Beginning of 19th century
Brass cast with the lost wax process.
H: 5,71 in/ 14,5 cm
Private collection, Milan
Photo by Luca del Pia
Arti delle Mani Nere All Rights Reserved
Provenance
- Franco Monti, Milan.
- Alberto Galaverni, Parma/Lugano.
Published
- 49 Sculture Africane della Collezione Alberto Galaverni fotografate da Mario Carrieri (1978).
- Vittorio Grottanelli, Australia Oceania Africa, Storia Universale dell' Arte. Torino, UTET, 1987, pag. 234.
- Valerio Terraroli, Alberto Galaverni, Storie di immagini, Milano, Skira ed. 2005, pag. 161.
This small statue is used as a gold weight, and is obtained by technique of lost wax casting: its consist to create a wax model and use it to make a mold of clay. Pursuing two holes on the mold, one on top and one at the bottom, it brings out the wax by heating and is poured the molten metal in its place, obtaining a model identical to that of wax.
Unlike wooden statues, characterized by a hieraticism and detached from the world, these brass figures show scenes from everyday life or ritual activities.
In this case, the upright figure is in meditative position, with its head turned slightly to the left. The face combines elegance and rhythm associated with a supple rigour that is based on “T”-shaped design suggested by the imaginary horizontal line running through the eyes, surmonted by the double curve of the eyebrow arches, and the vertical line of the nose. This is set within the notional triangle of the face, which is in turn crowned by a fine coiffure, which form two semi-circles from ear to ear (tré ba style) and ends in a braid.
With one hand holding the long, tripartite braided beard (akanza tèndèn), which is coated with karité butter in order to make it more rigid, while the other hand holds a flyswatter behind his back. Noteworthy is the design of the right arm that forms a wide angle whose top is made from sharp elbow.
Belly, neck and back are decorated by tribal tattoos: all Baule aesthetic criteria here are admirably executed.
The profile of the figure is thrown upwards, effect made more through short and rounded legs.
The volumes are compressed, almost filiform; bust seems mashed, at the limit of radiography, while the projecting parts become navel pointy, nipples, breastbone, the “X”-shape tattoo of the neck.
This exceptional figure shows us a man conscious of his social status, which has perfectly under control the environment around him and, caught in a state of inaction, holds in his volumes all the propulsive power of imminent action.
Baoulé A.M. Boyer, Courtesy "Baule" Vision of Africa Series
NOTES: probably the same hand or atelier appears to be the gold weight published by A.M. Boyer in "Baule" Vision of Africa Series, on page 56, and that published in A Hidden Heritage – Sculture africane in collezioni private italiane, page 158, Figure 127.
Baoulé ex Scamperle coll., Courtesy H.H.
Bibliography
- BOYER A.M.”Baule”, Vision of Africa Series, 5 Continents Editions, Milan, 2008
- BOYER A.M.”L’Art baoulé, dans Arts de la Côte-d’Ivoire", Textes, tome I, Musée Barbier Mueller1993, p. 302-367
- RIVIÈRE M. "Arts Premiers de Côte d’Ivoire", Saint-Maur, 1997
- ROSS D. “Gold of the Akan from the Glassel collection", Houston, The Museum of Fine Arts 2002
- VOGEL S. “ L’Art baoulé du visible et de l’invisible”, Paris, Adam Biro, 1999
- CARINI V., "A Hidden Heritage – Sculture africane in collezioni private italiane", Milano, 2004
Courtesy: Alberto Giacometti Homme qui marche I, 1960, INV0314, Bronze, épreuve de la Fondation Maeght, fonte de 1963, Susse Fondeur
183 x 26 x 95,5 cm, Collection Fondation Aimé et Marguerite Maeght, Saint-Paul de Vence (France), Photos Claude Germain
Archives Fondation Maeght, Saint-Paul de Vence (France), AGD 1448, © Alberto Giacometti Estate / by SIAE in Italy, 2014
Baoulé people, Peso per l'oro, Costa d'Avorio
Fine del 19-mo secolo.
Ottone fuso con il processo della cera persa.
H: 14,5 cm
Collezione Privata, Milano
Photo: Luca del Pia
Arti delle Mani Nere All Rights Reserved
Provenienza
- Franco Monti, Milano.
- Alberto Galaverni, Parma/Lugano.
Pubblicato in
- 49 Sculture Africane della Collezione Alberto Galaverni fotografate da Mario Carrieri (1978).
- Vittorio Grottanelli (1987). Australia Oceania Africa, Storia Universale dell' Arte. Torino: UTET. Pagina 234.
- Valerio Terraroli (2005). Alberto Galaverni, Storie di immagini. Milano: Skira editore. Pagina 161.
Questa piccola statuetta è utilizzata come peso per l’oro, ed è ottenuta tramite la tecnica della fusione a cera persa: questa tecnica consiste nel creare un modello di cera e utilizzarlo per farne uno stampo di argilla. Praticando due fori sullo stampo, uno in alto e uno in basso si fa uscire la cera scaldandola e si versa del metallo fuso al suo posto, ricavandone un modello identico a quello di cera.
A differenza delle statue lignee, caratterizzate da un aspetto ieratico e distaccato dal mondo, queste figure in metallo mostrano i personaggi in scene della vita di ogni giorno o impegnati in attività rituali.
In questo caso, la figura eretta è in posizione meditativa, con la testa leggermente girata verso sinistra. Il volto combina eleganza e ritmo, associato ad un moderato rigore, basato su un disegno a forma di “T”, tramite un’immaginaria linea orizzontale che corre fra gli occhi sormontati dalla doppia curva degli archi delle sopracciglia, e la linea verticale del naso. Il tutto è incorniciato nel triangolo del viso, a sua volta coronato da una fine capigliatura, che forma due semicerchi da un orecchio all’altro (tré ba style) e termina in una treccia.
Con una mano tiene la lunga e tripartita barba intrecciata (akanza tèndèn), coperta con del burro di karité per renderla più rigida, mentre con l’altra impugna uno scacciamosche dietro la schiena. Degno di nota è il disegno del braccio destro che forma un ampio angolo la cui sommità è resa dall’aguzzo gomito.
Ventre, collo e schiena sono decorati dai tatuaggi tribali: i canoni estetici dei Baule qui sono mirabilmente eseguiti.
Il profilo della figura è slanciato verso l’alto, effetto reso maggiormente dalle gambe corte e arrotondate.
I volumi risultano compressi, quasi filiformi; il busto sembra quasi schiacciarsi, al limite di una radiografia, mentre le parti aggettanti diventano l’ombelico appuntito, i capezzoli, lo sterno, il tatuaggio a forma di “X” del collo.
Questa eccezionale figura ci mostra un uomo conscio del suo status sociale, che ha perfettamente sotto controllo l'ambiente che lo circonda e, catturato durante l'inazione, trattiene in se tutta la forza propulsiva dell’azione imminente.
Probabilmente della stessa mano o atelier risultano essere i due pesi per l’oro, l'uno pubblicato da A. M. Boyer in “Baule”, Vision of Africa Series, a pagina 56, e l'altro pubblicato in A Hidden Heritage – Sculture africane in collezioni private italiane, pag 158, figura 127.56.
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