Arti delle Mani Nere by Elio Revera
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Fon people, Bo-Bocio male, Figure of strength Vodu, Benin

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Messaggio  Elio Dom Mar 04, 2012 10:32 am

Fon people, Bo-Bocio male, Figure of strength Vodu,  Benin Fon_2411

Fon, Bo-Bocio male, Figure of strength Vodu, Benin

14,4in/36,5cm
Wood, vegetal fibers, cloth, calabash pieces, shells, sacrificial matter, oily patina
early 20th. century


Provenance(s)

Luciano Lanfranchi coll. Milano
Joaquin Pecci. Bruxelles

Private Collection Italy
Photo by Alessandro Ligato
Arti delle Mani Nere All Rights Reserved




Exibition(s)

Parcours des mondes 2008, Parigi
L'Africa delle meraviglie - Arti africane nelle collezioni italiane, Palazzo Ducale e Castello d'Albertis, 31th December 2010 –5th June 2011


Published in:

Vittorio Carini “ A Hidden Heritage, Sculture africane in collezioni private italiane “, Milano, Gall. Dalton Somaré ed. 2004
pag.166 fig.#138

Bargna I, e Parodi da Passano G., L'Africa delle meraviglie - Arti africane nelle collezioni italiane, Genova, 2010, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI), pag. 114, color

Opera registrata Yale University Art Gallery, a cura Guy van Rijn.
Numero d’archivio 0043583-01



At the sacred sites of the Fon, the magic Bo-Bocios can be found. These are objects through which the strength of the Vodu is concretized and activated. This sculpture can be defined, therefore, as a "figure of strength", the one destined to activate the spiritual energies needed to obtain the answers to life’s endless situations.
The iconography of the represented character is rather rare, and is characterized by a voluntary mutilation of the right eye, ear, arm and leg.
These desired anatomical mutilations have a precise significance which Suzanne Preston Blier specifies in her volume "African Vodon. Art, Psychology and Power", as being "a guard against spies". This bo-bocio, therefore, was destined as a means of protection against spies.Fon people, Bo-Bocio male, Figure of strength Vodu,  Benin Fon_pr11

The passion for numerology, typical among African populations, helps us in the interpretation of this magic figure.
The spy is a symbol of ambiguity and duplicity, and in this sculpture all these anatomical double elements have been deliberately eliminated, therefore restructuring the human figure on values of unity.
This fascinating hypothesis regarding the significance of the figure was reached by Giuseppe Fumagalli, journalist and researcher of African cultures.
This sculpture distances itself from ordinary Fon production which is usually characterised by rigidity and rather rough carving.
A strong sense of rhythm is noted in the sculpture. The syncopations, scanning and the order depicted all structure this magic object according to exactness and precision. The fact that this sculpture was intended as protection against duplicity, ambiguity and human falsehood, renders it a very "current" object, even today, unfortunately!


Bibliography.

-Hazoume, Paul, 1937, Le pacte de sang au Dahomey, Paris, Institut d'Ethnologie
-Kerchake, Jaques, et al.1988, L’art africain, Paris, Editions Mazenod
-Augé Marc, 1988, Le dieu objet, Paris Flammarion
-Preston Blier Suzanne, 1995, African vodun Art, Psychology, and Power,  The University  of Chicago Press, London
-Kerchake Jaques, 1996, Botchio. Scultures Fon, Eymoutiers Espace Paul Rebeyrolle



Fon people, Bo-Bocio male, Figure of strength Vodu,  Benin Fon_610




Fon, Bo-Bocio maschile, figura di forza Vodou, Benin

cm.36,5
Legno, calabassa, conchiglie, fibra vegetale, tessuto, materiale sacrificale, patina oleosa
Inizio XX sec.

Collezione privata Italia
Foto  Alessandro Ligato
Arti delle Mani Nere All Rights Reserved


Provenienza

Coll. Luciano Lanfranchi, Milano
Joaquin Pecci, Bruxelles


Esposizioni

Parcours des mondes 2008, Parigi
L'Africa delle meraviglie - Arti africane nelle collezioni italiane, Palazzo Ducale e Castello d'Albertis, 31 dicembre 2010 –5 giugno 2011


Pubblicazioni

Vittorio Carini “ A Hidden Heritage, Sculture africane in collezioni private italiane “, Milano,Gall. Dalton Somaré ed. 2004
pag.166 fig.#138

Bargna I, e Parodi da Passano G., L'Africa delle meraviglie - Arti africane nelle collezioni italiane, Genova, 2010, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (MI), pag. 114, color

Opera registrata Yale University Art Gallery, a cura Guy van Rijn.
Numero d’archivio 0043583-01


Nei luoghi sacri dei Fon si trovano i Bo-Bocio, cioè gli oggetti magici attraverso i quali si concretizza e si attiva la forza del Vodou. Questa scultura si può definire pertanto una “figura di forza “, colei destinata ad attivare le energie spirituali per la soluzione degli infiniti casi della vita.
L’iconografia del personaggio rappresentato è piuttosto rara e si caratterizza per una volontaria mutilazione dell’occhio, orecchio, braccia e  gamba destri.
Queste volute mutilazioni anatomiche hanno un preciso significato che Suzanne Preston Blier, nel volume “African Vodon. Art, Psychology and Power”, ha precisato essere “two guard against spies “. Questo bo-bocio, pertanto, era destinato alla protezione contro le spie.
La passione per la numerologia, tipica delle popolazioni africane, ci aiuta nell’interpretazione della figura magica.
La spia è simbolo di ambiguità e di doppiezza ed in questo feticcio sono stati volutamente eliminati tutti gli elementi anatomicamente doppi, ristrutturando in tal modo la figura umana su valori di unità.
Questa affascinante ipotesi circa il significato del feticcio è stata fatta da Giuseppe Fumagalli, giornalista, collezionista e studioso della cultura africana.
Questa scultura si discosta dall’ordinaria produzione Fon che di solito si manifesta con caratteristiche di staticità e di intaglio piuttosto approssimativo.
Si nota nella scultura una base ritmica,  sincopi,  scansioni ed  un ordine espositivo  che  strutturano secondo esattezza e precisione questo oggetto magico destinato alla protezione dalla doppiezza, dall’ambiguità ed dalla falsità umane.

Anche per questo, un oggetto ancora oggi molto “attuale “, purtroppo!


Fon people, Bo-Bocio male, Figure of strength Vodu,  Benin Fon_310


Bibliografia.

-Hazoume, Paul, 1937, "Le pacte de sang au Dahomey", Paris, Institut d'Ethnologie
-Kerchake, Jaques, et al.1988, "L’art africain", Paris, Editions Mazenod
-Augé Marc, 1988, "Le dieu objet", Paris Flammarion
-Preston Blier Suzanne, 1995, "African vodun Art,Psychology, and Power"
The University of Chicago Press, Londra
-Kerchake Jaques, 1996, "Botchio. Scultures Fon", Eymoutiers Espace Paul Rebeyrolle
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